I conti e l’oste

Manco il tempo di annunciare la vittoria di Superciuk a mogliano ed appare l’oste, senza il quale erano stati fatti i conti per l’area ex MACEVI ed il relativo piano edilizio. In questo caso l’oste è la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Veneto che tromba alla grande il progetto rilevando che non offre garanzie di rispetto per varie aree e beni ambientali circostanti.

Ora tutti gioiscono: Azzolini in primis che (come il suo solito) dice di essere sempre stato contrario a questo progetto che riteneva inadeguato. Peccato che alla fine, favorevole o contrario che fosse, è stato proprio lui ad approvare e far approvare convenzione con Molius e operatività dei lavori, anche contro il parere dei molti cittadini che avevano affollato la pubblica assemblea che aveva preceduto il voto.

Tutto è bene quel che finisce bene dunque… O forse no?

C’è un piccolissimo particolare da considerare. Con la bocciatura del progeto, l’avvio dei lavori è destinato ad essere posticipato a data da definire. Automaticamente il valoro del Consorzio Molius scende in maniera consistente e con esso le quote in mano al Comune di Mogliano che – ricordiamolo! – detiene ben il 47% di Molius e sarebbe intenzionato a cedere le sue quote; anzi: le ha già messe a bilancio per il 2010 per un ammontare di 6,3 milioni di euri!

Appena appreso di essere debitore nei confronti di SPL di un ragguardevole numero di milioni, ecco che arriva questa nuova stangata: chissà se aveva già messo in conto di usare questo tesoretto per coprire l’altro buco?!


1 responses to “I conti e l’oste

  • Riccardo Del Todesco

    Ahimè e ahinoi! La Molius S.p.a. entro breve non sarà più una partecipata a maggioranza comunale bensì una società interamente privata che altri vincoli non avrà. Fuorchè quello di dover rispettare le norme paesaggistiche e storico-architettoniche ovviamente! E il bilancio comunale tornerà in pari al caro prezzo di dover sperare nella filantropia dei costruttori. Il destino del centro di Mogliano è in mano loro. Poveri noi…

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