Forte e chiaro

Ieri pomeriggio, a Preganziol, la società civile ha dato un segnale forte e chiaro in difesa della Cultura e della libertà di parola e di stampa a tutti(e) coloro – e sono tanti: purtroppo sempre di più! – che pretendono di poter ergersi a giudici di ciò che si può leggere (e scrivere, dire, magari pure pensare!) e ciò che non si può.

La partecipazione di tanti cittadini, e di una importante delegazione di scrittori (Serge Quadruppani, Stefano Tassinari, Lello Voce, Wu Ming 1: in rappresentanza di una folta schiera di intellettuali indisponibili a piegare la testa), ma anche di associazioni e di rappresentanti degli studenti in lotta contro la controriforma dell’Università.

La presenza di molti rappresentanti dei partiti dell’opposizione di Preganziol, di Mogliano e di Treviso, che c’erano anche se – nel rispetto della richiesta degli organizzatori – non hanno esposto bandiere o simboli, ne hanno chiesto di intervenire in forma ufficiale (ed è stato giusto così: era una ribellione di popolo non di partito!).

Perfino l’attenzione data dai media locali, accorsi numerosi, a questo risveglio delle coscienze.

Tutto ciò è servito a dire ORA BASTA, LA CULTURA NON SI TOCCA!

Durante la manifestazione Wu Ming 1 ha diffuso una bella notizia, appena comunicatagli telefonicamente: l’assessora regionale alla (s)cultura Donazzan ha rinunciato a diramare la circolare con cui intendeva imporre il bando dei libri degli autori dell’ormai tristemente famosa “lista neradalle scuole venete.

Insomma: segnali chiarissimi ed una prima vittoria importante, ancor più considerando il fatto che pochi giorni prima anche l’assessore provinciale di Venezia Speranzon aveva dovuto battere in ritirata con la coda fra le gambe.

Ma si tratta di una prima vittoria: non crediamo sia sufficiente e non pensiamo ci si possa fermare qui.

Riteniamo che un normale cittadino o un politico qualsiasi che avessero espresso l’intenzione di bandire i libri, siano da esecrare, e che dovrebbero almeno cospargersi il capo di cenere.

Ma quando posizioni di questo genere siano espresse da amministratori pubblici, ed ancor peggio – come in questo caso – da coloro che hanno la responsabilità degli assessorati alla Cultura, una retromarcia, per di più nemmeno “pentita“, non sia sufficiente: l’unica soluzione siano le dimissioni.

Quale cultura può promuovere chi, inneggiando alle marmaglie naziste e rimpiangendo i martiri di Salò, pretende di imporre la messa al bando dei libri e vi rinuncia solo incalzata dall’indignazione, anche internazionale?! Quale scuola potrà garantire ai nostri figli?! Quale immagine offre a chi dall’Europa e dal resto del mondo guarda divertito o inorridito a quanto accade in Italia?! Che esempio educativo viene da chi  pretende di imporre a tutti la sua visione (tra l’altro medioevale) della religione cattolica ed intanto distribuisce nelle scuole inni neonazisti pagandoli con danaro pubblico?!

Non basta che rinuncino alle loro campagne fasciste – perchè di fascismo si tratta come ha giustamente fatto rilevare chi ha parlato ieri per l’ANPI – questi personaggi non dovrebbero poter far danni controllando le leve del potere, ma soprattutto non possiamo permettere che controllino le leve della Cultura e della Scuola.

Ne va della nostra libertà, dei nostri diritti e della nostra dignità.


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