Retromarcia con minacce

E’ notizia di ieri la retromarcia dell’assessore alla cultura (censurata) della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon. Abbandonato anche da chi sperava gli tenesse bordone e dopo aver risvegliato un movimento di intellettuali di tutta Italia e non solo, ha deciso che, pur essendo giusta la sua idea di decidere quali libri potessero essere letti in biblioteca e quali no, sulla base delle convinzioni etico – politiche dei loro autori, e della compatibilità di tali convinzioni con le posizioni dell’assessore, rinuncia a metterla in pratica per non mettersi contro la sua presidente.

Come ripensamento non è granchè, forse avrebbe fatto meglio semplicemente ad ammettere di aver detto una cazzata, ma meglio una retromarcia con rimpianto che nessuna retromarcia!

Non si è però accontentato di rimanere convinto della sensatezza della sua indifendibile posizione, ma ha voluto aggiungere una postilla che fa ben capire di che pasta sia fatto l’uomo: riportiamo il ritaglio di un giornale locale con la sua precisazione qui a fianco.

Insomma: è costretto a rinunciare ai bandi perchè le “biblioteche sono un luogo libero” e dunque si erge a difensore di questa libertà. Come? Andando personalmente di biblioteca in biblioteca, elenchi alla mano, a verificare se effettivamente ci siano “tutti i tipi di libri“!

Ora, dato per scontato che sia chiara a tutti la totale insensatezza dell’affermazione che se una biblioteca è veramente libera deve contenere “tutti i tipi di libri” (no dico: manco la mitica di Alessandria li conteneva tutti ed in quell’epoca certamente non c’era la produzione attuale!); rimaniamo basiti dalla difficoltà di interpretare correttamente quel “tipi di libri” che potrebbe far riferimento alle dimensioni come alla rilegatura, alla stampa come alla categorizzazione. Ci rimane forte il dubbio che faccia riferimento implicitamente ad una determinata posizione politica che però l’assessore non ha il coraggio di esplicitare per non ricadere dalla padella nella brace.

Resta da capire: quale potrebbe essere il contenuto della lista di libri di cui l’assessore verificherà la presenza, dato per scontato che non possa mandarla a memoria?! Attenzione: un dilemma micidiale sul quali si potrebbero giocare le sorti di molte biblioteche.

Leggiamo dalla sua scheda biografica (certamente auto prodotta) sul sito del Comune di Venezia, che “Ha partecipato a decine di assemblee (spesso senza essere invitato…) nelle scuole della provincia in tempi in cui la discriminazione politica colpiva chi faceva parte del MSI, unica vera opposizione al marcio sistema politico della prima Repubblica.” e che i suoi autori preferiti sono “Junger, Solgenitsin, Prezzolini, Sprengler e Veneziani”.

Forza dunque bibliotecari di tutto il Veneto (o almeno della provincia di Venezia): se non volete essere accusati di libertà a senso unico, con il risultato magari di vedervi decurtare i già miseri finanziamenti, verificate se avete in catalogo questi autori e, in caso contrario, provvedete immediatamente all’ordine dell’opera omnia di ciascuno. Se non avete soldi per l’acquisto non vi preoccupate: siamo certi che rivolgendovi all’assessorato alla cultura della Provincia riceverete in necessario dopo aver chiarito l’eticità del vostro obiettivo: quello di garantire (finalmente!) una cultura veramente libera!

Per altre scelte non saprei… rifatevi alla scheda biografica e seguite il vostro fiuto libresco.

Ah: non dimenticate la bibbia, mi raccomando! Potrete certamente trovarne in abbondanza nei banchetti dell’usato, ancora incartate, di quelle che la Regione Veneto sta regalando a tutti gli studenti (atei ed appartenenti ad altre religioni compresi) ma ovviamente “senza l’obbligo di accettarla” come ha premurosamente tenuto a precisare Zaia.

14.40: aggiungo a questo articolo, a mo’ di Post Scriptum, il link ad un bel ragionamento svolto su GIAP che mi è arrivato or ora: Il #rogodilibri e la sottovalutazione del pericolo. Un’analisi


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